Barrio21, in ristrutturazione due appartamenti per care leavers

Presentato a Catania il progetto di Consorzio Il Nodo e fondazione illimity

Al Palazzo della Cultura è stato presentato il progetto Barrio21: due appartamenti, ma soprattutto un’opportunità di indipendenza per i neomaggiorenni, stranieri e italiani, che escono dai sistemi di accoglienza e hanno bisogno di una casa

CATANIA, 09/03/2023 – «Ho visto tanti ragazzi imboccare strade sbagliate, pur avendo fatto percorsi bellissimi in comunità. Perché si sono trovati soli e non sapevano dove andare, dopo essere diventati maggiorenni».

Chi sono i care leavers lo spiega bene Hesham Amar, 22 anni, egiziano di origine e catanese d’adozione, arrivato in Sicilia nel 2014. Era su un barcone, lo ha salvato dopo 6 giorni di navigazione la Guardia Costiera e da lì è partito il percorso che l’ha portato a parlare di sé per raccontare perché Barrio21 «è importante e mi piacerebbe poter dare una mano».

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Il progetto “Barrio21” per chi ha bisogno di una casa

Al Palazzo della Cultura di Catania è stato presentato il progetto Barrio21, del Consorzio di cooperative sociali Il Nodo e fondazione illimity, nell’ambito della tavola rotonda dal titolo “Care Leavers, nuovi percorsi di autonomia giovanile”. Un appartamento in via Guglielmino, nel quartiere di Barriera del capoluogo etneo, è stato donato dal Gruppo illimity al Consorzio: al termine della ristrutturazione, al momento in corso, l’immobile sarà stato trasformato in due case per neomaggiorenni.

Verranno accolti ragazzi e ragazze che hanno appena raggiunto la maggiore età, in uscita dai percorsi di accoglienza. Fuori dalle case-alloggio, magari con una famiglia dalla quale sono stati allontanati da bambini per via di provvedimenti dell’Autorità giudiziaria, od obbligati a lasciare le comunità per minori stranieri non accompagnati, per sopraggiunti limiti di età: Barrio21 è pensato per loro.

La testimonianza di Hesham Amar

«Dopo il Cas di Messina, sono arrivato alla Comunità per Minori di Acireale gestita dal Consorzio Il Nodo e lì la mia vita è cambiata» continua Hesham Amar. «Ero un ragazzo arrabbiato con il mondo, adesso sono un operatore sociale e un mediatore culturale. Lavoro con i neomaggiorenni e affianco persone che si avviano a fare il mio stesso percorso. Anni fa, progetti come Barrio21 non c’erano. Dopo i 18 anni eri fuori e basta. E quando sei fuori chi ti accoglie? Chi pensa a te che non hai una famiglia? Chi si assume questa responsabilità?».

La risposta del terzo settore e delle istituzioni

Domande alle quali il terzo settore prova oggi a dare una risposta, in accordo con le istituzioni. «In Francia i care leavers non esistono – afferma Gianni Fulvi, presidente del Coordinamento Nazionale delle Comunità per Minoriper il semplice motivo che, usciti dalle comunità, i giovani vengono inseriti in un sistema di welfare a loro interamente dedicato. In Italia siamo ancora molto lontani: la direzione verso la quale bisogna andare è costruire percorsi di autonomia che partano già prima dei 18 anni». Nel frattempo, Barrio21 è un inizio.

«Per chi non sa dove andare, la casa è l’emergenza principale», interviene Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale dell’Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro. «La Commissione Europea – continua Di Liberti – ha approvato il piano elaborato dalla Regione Sicilia per la Programmazione 2021-2027 del Fondo Sociale Europeo. Abbiamo previsto di intervenire, in particolare, sull’housing, sul contrasto alla povertà e, soprattutto, sull’inserimento lavorativo. Barrio21 deve diventare un esempio di buone pratiche».

«Il valore culturale di questo progetto va al di là del numero delle persone che, effettivamente, saranno aiutate. Non perché questi ragazzi e ragazze siano pochi, ma perché dimostra che le cose non solo si possono fare, ma si sono già fatte», dichiara Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant’Egidio in Sicilia.

La sfida di fondazione illimity e Consorzio Il Nodo

«Quando, nel 2021, illimity ha deciso di costituire fondazione illimity – racconta Elena Perriello, consigliera della fondazione – lo ha fatto con l’obiettivo esplicito di sostenere progetti ad impatto sociale. Abbiamo individuato un appartamento a Catania che, con un intervento di ristrutturazione, sarebbe potuto diventare un’opportunità di vita per ragazzi e ragazze. Con il supporto del Consorzio Il Nodo, lavoreremo a progetti personalizzati per ogni care leavers, con l’obiettivo di supportare ciascuno di loro in un percorso di autonomia fino al raggiungimento della propria indipendenza».

La selezione di chi potrà vivere a Barrio21 è già cominciata: la stanno facendo gli operatori sociali del Consorzio Il Nodo nelle strutture di accoglienza gestite dalla cooperativa e tramite le scuole all’interno delle quali sono stati attivati percorsi di contrasto alla povertà educativa.

Conclude Irene Tribulato, progettista del Consorzio Il Nodo «Il lavoro degli educatori sarà al centro del nostro progetto. Per usare una metafora non mia: come Virgilio accompagna Dante nel suo percorso, dandogli gli strumenti o, semplicemente, standogli accanto, così fa l’educatore con l’educando. Noi dobbiamo essere lì, presenti, affinché i nostri ragazzi possano continuare il loro cammino verso la realizzazione dei loro progetti di vita e trovino il coraggio di alzare lo sguardo verso quelle stelle che Dante contempla alla fine del viaggio, per continuare a desiderare, a vedere il bello attorno a sé».

Barrio21 è una sfida, un progetto sociale che vuole richiamare l’intera comunità educante a prendersi cura e a sentirsi responsabili di questi giovani, sostenendo e credendo nei loro percorsi di autonomia.